È da poco passata la mezzanotte dell’8 gennaio scorso, quando un pianto disperato scuote il reparto di ginecologia dell’ospedale Pertini. A lasciarsi andare al dolore, è una donna, 30 anni, italiana, mamma da 3 giorni di un maschietto. Il destino, però, le ha riservato la più crudele delle sorti. Lei si è addormentata durante l’allattamento e il suo bimbo è morto soffocato sotto il peso del suo corpo. Accanto alla donna che piange c’è un’infermiera. È toccato a lei sobbarcarsi il peso di dire alla donna cosa significhi il colore cereo della pelle del figlio. È lei ad essersi accorta, qualche istante prima, che la mamma stava dormendo, schiacciando il neonato. Ora la procura ha aperto un’inchiesta sulla tragedia.
Il pm procede con l’accusa di omicidio colposo. La mamma è parte offesa. Perché il suo bambino non avrebbe mai dovuto restare tra le sue braccia. Qualcuno dell’ospedale avrebbe dovuto controllare che il neonato venisse riportato in culla dopo l’allattamento. È il protocollo a prevederlo perché una delle principali cause di morte dei neonati è il co-sleeping, e cioè il bambino di un non più di 5 mesi che si addormenta accanto al genitore. Un gesto d’amore, che tante volte si tramuta in tragedia perché l’apparato respiratorio del neonato è appena sviluppato, e basta una leggera pressione per impedirgli di respirare. Come purtroppo è accaduto tra il 7 e l’8 gennaio.
Così sarebeb andata la giornata«. Nel tardo pomeriggio una mamma chiede di stare insieme al figlio. Lo vuole tenere vicino, coccolarselo, allattarlo. Vive attimi di felicità che solo una neo mamma può provare. Il suo mondo e la sua vita sono il piccolino che sta per allattare. Le emozioni di quelle ore la stancano, chiude gli occhi, senza accorgersi che sotto di lei c’è il suo piccolo. Le lancette dell’orologio corrono veloci. A mezzanotte passata da pochi minuti un’infermiera, facendo il giro delle stanze, scorge una donna addormentata. Si avvicina. Vede quello che non avrebbe mai voluto vedere. La signora accasciata sul corpo del piccolo. Lo tira via. Cerca di rianimarlo. È una lotta disperata, il bimbo muore.