Profumi di lusso, abiti ricercati, arredamento raffinato. Anche durante l’ultima parte della sua latitanza, il boss Matteo Messina Denaro non ha rinunciato allo sfarzo.
All’interno dell’appartamento in cui si è nascosto, individuato nella notte in via Cb31 a Campobello di Mazara dai carabinieri del Ros, gli investigatori hanno trovato l’impronta del boss, che anche da latitante non ha rinunciato a vestiti ricercati e orologi di pregio, come quello da 35mila euro che aveva al polso quando è stato arrestato.
E mentre si procede a catalogare tutto quello che è stato sequestrato inizia ad allungarsi la lista degli indagati: dopo l’autista Giovanni Luppino, finisce sotto inchiesta anche il medico che aveva in cura Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara, Alfonso Tumbarello. Settant’anni, per decenni medico di base del paese, Tumbarello era andato in pensione nel dicembre scorso. Fra i suoi assistiti anche il vero Andrea Bonafede, cui avrebbe prescritto diversi farmaci. Adesso dunque dovrà probabilmente spiegare come mai non abbia ravvisato differenze quando a presentarsi come Bonafede era Matteo Messina Denaro o abbia prescritto accertamenti
Una conferma della personalità di “Iddu”, di cui adesso gli investigatori cercano i segreti, a partire dal cosiddetto archivio di Totò Riina che Messina Denaro sarebbe riuscito a portare via dopo l’arresto del “capo dei capi”. Per questo scovarne il covo è stato fin da subito obiettivo numero uno e lotta contro il tempo.
Troppe volte in passato nascondigli di grandi boss sono stati trovati desolatamente vuoti dopo la cattura, ma a quello di Matteo Messina Denaro i carabinieri del Ros e la procura di Palermo sono arrivati subito.
A meno di ventiquattro ore dall’arresto del boss Messina Denaro alla clinica Maddalena di Palermo è stato individuato l’appartamento in cui si sarebbe nascosto nell’ultima parte della sua latitanza. “Riteniamo che sia un’abitazione utilizzata con continuità nell’ultimo periodo, un’abitazione di stabile occupazione al cui interno pensiamo di trovare elementi significativi”, ha detto il capo del Ros, generale Pasquale Angelosanto.
La casa si trova nel paese del favoreggiatore Giovanni Luppino, finito in manette insieme al capomafia e a un passo dalla Castelvetrano che di Messina Denaro è sempre stato il feudo. E forse anche per questo si è potuto nascondere in bella vista. Individuata a tarda sera, subito è stata piantonata e setacciata da cima a fondo con perquisizione, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido che da anni indaga sull’ex latitante di Cosa nostra e ieri sera era sul posto, che è andata avanti per tutta la notte. L’edificio è stato setacciato palmo a palmo.
Il covo è stato scoperto dai carabinieri del Ros e dai colleghi del comando provinciale di Trapani che stanno conducendo l’indagine assieme alla procura di procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia.