«Ho sempre detto che le intercettazioni sono indispensabili nel terrorismo e nelle indagini di mafia. Molte altre sono costose e inutili ed espongono dei cittadini, che non sono indagati né imputati, alla gogna mediatica contro l’art. 15 della Costituzione. Ma nessuno ha mai messo in dubbio, e l’ho detto e ripetuto un migliaio di volte, che nelle indagini di mafia e di terrorismo le intercettazioni siano uno strumento indispensabile». Queste le parole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio a Rai3 prima di cominciare la diretta. «L’arresto di Matteo Messina Denaro è un’operazione il cui merito va diviso tra la magistratura e forze dell’ordine, e tra questo governo e quelli precedenti». Così il ministro Carlo Nordio nella sua relazione sull’amministrazione della Giustizia al Senato, esprimendo«l’auspicio che la gioia per questa grande operazione sia condivisa da tutte le forze politiche». E ha aggiunto: «L’attività del governo nel contrasto alla mafia sarà forte, omogenea, duratura e incondizionata».
Sulla presunzione di innocenza
«Il nostro fermo proposito è di attuare nel modo più rapido ed efficace il garantismo del diritto penale. Realizzeremo la tutela della presunzione di innocenza della persona,assicurandone la dignità e l’onore durante le indagini e il processo. E parallelamente assicureremo la certezza della pena. Una pena che non coinciderà sempre e solo con il carcere, ma che sarà comunque afflittiva, certa, rapida, proporzionata, e orientata al recupero del condannato, secondo il nostro dettato costituzionale».
«Riformeremo Codice Rocco»
«Riformeremo il Codice Rocco firmato da Benito Mussolini e Vittorio Emanuele Terzo ed è abbastanza contraddittorio che sia ancora in vigore un codice penale firmato da un dittatore come è singolare che il codice di procedura penale firmato dal professor Vassalli sia stato invece demolito da interventi legislativi e purtroppo anche dalla Corte costituzionale che lo hanno reso un enigma dentro a un mistero ed è assolutamente inapplicabile».
«Non è fine della mafia, ma chiude capitolo stragi»
«Non sarà questo l’inizio della fine ma sarà la fine dell’inizio, che è iniziato tanti anni fa con stragi spaventose, di cui questo arresto costituisce l’epilogo perché è stato assicurato alla giustizia l’ultimo degli autori».
«Nessun mafioso ammette reati al telefono»
«Quando dico che i mafiosi non parlano per telefono alludo al fatto che nessun mafioso abbia al telefono manifestato la volontà di delinquere o espresso parole che siano prova di un delitto in atto o in progressione. Le intercettazioni servono per i movimenti delle persone sospettate di criminalità organizzata o terrorismo e quello che serve è comprendere attraverso le intercettazioni i legami. Per questo quelle preventive sono indispensabili. Altra cosa sono le intercettazioni giudiziarie e che per meccanismi perversi finiscono sui giornali delegittimando e offendendo i cittadini».